venerdì 19 giugno 2015

IL SANTUARIO DI QENQO E IL SUO ORACOLO



Mezzo chilometro ad est della fortezza di Sacsayhuaman di Cuzco, si trova un santuario chiamato Qenqo, formato da alcuni affioramenti rocciosi che gli inca consideravano un prolungamento delle viscere della terra. Ho avuto modo di visitare questo sito e ne sono rimasto molto colpito e affascinato. La conformazione di queste rocce crea un percorso naturale che se seguito conduce fino ad una camera naturale, all'interno della quale fu scolpito un altare per le cerimonie religiose.
Entrata al santuario
Per raggiungere la camera bisogna camminare per alcune decine di metri all'interno di uno stretto corridoio formato da due pareti rocciose. Il transito isola l'individuo dal mondo esterno, favorendo l'esercizio spirituale dell'incontro con la propria individualità. Questo percorso obbligato conduce fino al ventre della Pachamama, che in lingua quechua significa Madre terra. Si tratta di una divinità venerata dagli Inca e da altri antichi popoli dell'altipiano andino, tra i quali gli Aymara e i Quechua.
Stanza delle cerimonie e altare per i sacrifici.



Pachamama è la dea della terra, dell'agricoltura e della fertilità e tutt'oggi viene venerata dagli abitanti delle regioni andine in concomitanza con religione cristiana. In suo onore, nei centri più isolati, vengono ancora celebrati sacrifici animali propiziatori. I reperti archeologici hanno dimostrato che sull'altare posto nel ventre del santuario venivano praticate cerimonie di mummificazione dei defunti e sacrifici di lama.  
Oracolo di Qenqo
Sulla sommità dell'affioramento roccioso che costituisce il santuario di Qenqo gli inca scolpirono molte forme simboliche ed elementi connessi agli eventi astronomici. Il più significativo è sicuramente un canale a zig zag che termina in un catino circolare. Questa forma costituiva un importante oracolo al quale gli antichi si rivolgevano per ottenere previsioni. Questo oracolo veniva e viene tutt'oggi consacrato dalla luce del sole nascente all'alba del solstizio d'inverno (21 giugno/le stagioni sono invertite nell'emisfero australe). All'alba i primi raggi del Sole illuminano la testa dell'oracolo. Nella forma a zig zag che compone il corpo dell'oracolo venivano fatti scorrere dei liquidi che a seconda del loro scorrere nel tortuoso percorso presagivano eventi favorevoli o avversi nel futuro di chi lo consultava.
Un altro indicatore astronomico degno di nota è costituito dagli "occhi del puma", due sculture circolari che all'alba del solstizio invernale vengono illuminati dal Sole. Le conformazioni rocciose proiettano ombre sul terreno circostante, configurando la figura di un puma, uno dei tre animali sacri che compone la trilogia andina insieme al condor ed il serpente.

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