Questo testo appartiene a Civiltà antiche e antichi misteri
Tumulo di Newgrange, Irlanda. fonte immagine |
Nella valle del fiume Boyne, a quaranta chilometri dalla città di Dublino, si trova il complesso di Brú na Bóinne, uno dei più importanti siti archeologici preistorici del mondo. Qui un'antica società contadina costruì circa novanta monumenti, tra cui spicca il tumulo di Newgrange, una delle tombe a corridoio più rappresentative del III millennio a.C.. Newgrange è costituito da una cinta muraria perimetrale realizzata con pietre di quarzo bianche e scure, e da un altra cinta più larga creata con grandi monoliti chiamati kerbstone. Tra quest'ultimi il più interessante è quello decorato con motivi a spirale collocato davanti all'accesso.
L'interno del tumulo è percorso da un lungo corridoio che conduce alla camera sepolcrale. L'ambiente ha una pianta cruciforme ed è sormontato da una cupola realizzata con lastroni di pietra posizionati con cura, in modo da impedire all'acqua di filtrare all'interno del sepolcro. Nei tre spazi della camera funeraria si trovano delle vasche di pietra che in antichità contenevano i resti dei defunti. Sopra alla porta esterna del tumulo è stata creata una piccola apertura quadrata (roofbox), che nel giorno del solstizio d'inverno permette ai raggi del Sole di penetrare nel corridoio e illuminare la camera sepolcrale (Il solstizio d'inverno cade nella data del 21 dicembre e coincide con il giorno più corto dell'anno). Questo fenomeno venne osservato per la prima volta nel 1969 dall'archeologo Michael O'Kelly durante i lavori di restauro al sito. Newgrange contiene informazioni preziose per capire la natura degli allineamenti astronomici realizzati dagli uomini preistorici. Fin dall'antichità l'uomo studiò dei sistemi per misurare tempo, in modo da regolare tutte le attività necessarie al sostentamento. Notò eventi astronomici che si ripetevano ciclicamente, come solstizi ed equinozi, e li utilizzò come se fossero "fari d'orientamento" per monitorare lo scorrere del tempo. Tuttavia Newgrange non può essere considerato uno strumento calendariale al servizio di un'osservatore. E' difficile immaginare sacerdoti/astronomi seduti in mezzo ai resti dei defunti mentre determinavano il giorno in cui avveniva il solstizio d'inverno. Questa possibilità è stata scartata anche dalla ricerca archeologica siccome le indagini hanno dimostrato che l'entrata al sepolcro era stata chiusa dai costruttori con un enorme masso. Sulla base di questo elemento si comprende perché venne realizzata un'apertura (roofbox) sopra all'entrata, questa permetteva alla luce del solstizio d'inverno d'entrare, quando invece agli essere viventi era impedito farlo. Questo fatto dimostra che il ciclo del Sole aveva un ruolo molto importante nell'ambito dei culti preistorici e che il solstizio d'inverno era simbolicamente collegato alla morte e alla rinascita. Probabilmente per gli antichi costruttori di Newgrange i raggi di Sole che una volta all'anno penetrano l'oscurità del tumulo, simboleggiavano la rinascita dopo la morte. Il giorno più corto dell'anno potrebbe essere inteso come la morte del Sole, mentre i giorni successivi al solstizio d'inverno, quando le giornate cominciano ad allungarsi, potrebbero rappresentare la rinascita. Questo momento dell'anno veniva considerato il punto di partenza che dava il via al rifiorire della natura e simbolicamente era perfetto per rappresentare la rinascita nell'aldilà dopo la morte. Gli antichi costruttori di Newgrange hanno saputo tramandare attraverso la pietra una credenza religiosa fondamentale:
"così come il sole trova ciclicamente una nuova vita, anche i morti torneranno ad essere vivi nell'aldilà"
"così come il sole trova ciclicamente una nuova vita, anche i morti torneranno ad essere vivi nell'aldilà"
Questo testo appartiene a Civiltà antiche e antichi misteri
seguimi anche su facebook:
Nessun commento:
Posta un commento