Nei miti sumeri si accenna spesso all'origine dell'uomo e sebbene esistano diverse versioni del mito, tutte concordano su un punto fondamentale, l'uomo è stato creato per sostituire gli dèi nel duro compito di lavorare la terra. Dopo IL TEMPO PRIMORDIALE, quando il mondo fu organizzato dal potere divino, le divinità erano divise in due categorie, gli dèi maggiori e gli dèi minori. Ai secondi spettava il gravoso compito di sostenere le divinità maggiori con il loro lavoro nei campi, ma venne il giorno che incrociarono le braccia per lamentarsi della loro condizione disagiata. In seguito alla protesta le divinità maggiori decisero di creare l'uomo, un sostituto che potesse sollevare gli dèi minori dal gravoso obbligo. Nelle prime righe del MITO SUMERO DI ENKI E NINMAH questa situazione è descritta molto chiaramente:
Tratto dal mito di Enki e Ninmah
quando le dee furono messe incinte e partorirono,
quando gli dèi erano obbligati al duro lavoro, per provvedere al loro sostentamento
Dalla vasta e documentata mitologia sumera sono emersi differenti miti che descrivono la creazione dell'uomo. La terra di Sumer era organizzata secondo il principio politico delle città-stato, e nell'ambito teologico ognuna di queste aveva sviluppato una propria scuola di pensiero. Enki era la divinità tutelare di Eridu, mentre Enlil quella di Nippur. I centri teologici di queste due città proposero due versione differenti della creazione dell'uomo.
Nel mito di Enki e Ninmah è Enki l'artefice della creazione, l'evento è descritto a partire dalla riga 23.
Tratto dal mito di Enki e Ninmah
...
Figlio mio, alzati dal tuo letto, tu che in virtù della tua saggezza comprendi ogni arte;
Tratto dal mito di Enki e Ninmah
1 Nei giorni antichi, nei giorni in cui cielo e terra furono separati,
nelle notti antiche, nelle notti, in cui cielo e terra furono
negli anni antichi, negli anni, in cui i destini furono fissati,
quando gli Anunna furono generati,
5 quando e dee furono prese in moglie,
quando le dee furono assegnate al cielo e alla terra,
quando gli dèi erano obbligati al duro lavoro, per provvedere al loro sostentamento
allora i grandi dèi soprintendevano al lavoro mentre i piccoli dèi portavano il canestro del lavoro!
10 Gli dèi scavavano i canali e accumulavano terra in Harali;
essi dragavano la creta, però si lamentavano della loro vita!
...
fonte:Mitologia Sumera, Giovanni Pettinato, Unione Tipografica-Editrice Torinese (UTET)
Nel mito di Enki e Ninmah è Enki l'artefice della creazione, l'evento è descritto a partire dalla riga 23.
Tratto dal mito di Enki e Ninmah
...
Figlio mio, alzati dal tuo letto, tu che in virtù della tua saggezza comprendi ogni arte;
crea un sostituto degli dèi, affinché essi possano liberarsi del canestro del lavoro!>>
Alle parole di sua madre Namma, Enki si alzò dal suo letto,
25 il dio in Halanku, il suo angoletto delle riflessioni, si batté la coscia con il palmo della mano,
il saggio, l'intelligente, l'accorto che conosce tutto ciò che è perfetto ed artistico, il creatore che forma ogni cosa, fece apparire il Singen ed il Sigsar,
Enki stese il suo braccio verso esse e là crebbe un feto!
Enki, il creatore, dopo aver infuso della sua intelligenza (o saggezza) all'interno della creatura, sua emanazione,
a sua madre Namma rivolse la parola:
30 <<Madre mia, alla creatura che tu avrai formato imponi la corvée degli dèi!
Dopo che tu avrai mescolato l'interno della fertile creta dell'abisso, Singen e Sigsar gratteranno la creata e tu allora farai esistere i loro arti,
Ninmah sia la tua aiutante;
Ninimma, Suzianna, Ninmada, Ninbarag,
...
fonte:Mitologia Sumera, Giovanni Pettinato, Unione Tipografica-Editrice Torinese (UTET)
Nel mito di Enki e Ninmah la creazione dell'uomo è frutto dell'infinita sapienza di Enki. Quest'ultimo creò Singen e Sigsar, che nel loro insieme rappresentano la matrice creata per contenere il feto. Enki la infuse della sua intelligenza e questa azione distinse l'uomo embrionale da tutte le altre forme animali. Il compito di completare la creatura venne affidato a Nammu (madre di Enki). Il mito continua poi con i tentativi di Ninmah (sorella di Enki) di creare uomini compiuti. I suoi tentativi tuttavia si rivelarono un vero fallimento, tutte le sue creature avevano gravi menomazioni, da cui ne derivò l'inconsolabile sconforto di Ninmah. Anche Enki il sapiente, non riuscì a fare meglio della sorella ma grazie alla sua infinità saggezza e benevolenza assegnò ad ogni creatura un destino che tenesse conto delle sue gravi menomazioni.
La descrizione dei tentativi di creare l'uomo andati male è contenuta nell'articolo:
Un classico della scuola di Nippur è L'inno alla zappa. In questo caso l'artefice della creazione è il dio Enlil (fratello di Enki). Enlil dopo aver separato il cielo e la terra e preparato le condizioni necessarie alla vita scavò un buco nella terra, dove depose la "forma" dell'umanità. Creò la zappa e stabilì le mansioni del lavoro che l'uomo avrebbe dovuto svolgere. L'uomo spuntò dal terreno come se fosse il germoglio di una pianta ed Enlil gli affidò la zappa e di conseguenza l'incombenza di portare il canestro del lavoro per sostenere gli dèi.
Inno alla zappa
1 <<il Signore ha fatto veramente risplendere tutto ciò che è appropriato,
Il Signore, la cui decisione dei destini è immutabile,
Enlil, affinché il seme del Paese uscisse dalla terra,
si affrettò a separare il cielo dalla terra,
5 si affrettò a separare la terra dal cielo.
Affinché Uzumua facesse germogliare la "forma" (dell'umanità),
Enlil apre una fessura nel pavimento di Duranki;
egli crea la zappa e sorge il giorno;
egli istituisce le mansioni del lavoro, stabilisce il destino
10 e mentre egli avvicina il braccio alla zappa e al canestro di lavoro,
elogia Enlil e la sua zappa.
La zappa aurea, dalla testa di lapislazzuli,
tenuta da fermi d'oro e d'argento delicati,
la cui lama sembra un vomere di lapislazzuli,
15 e la punta un unicorno solitario su una vasta piana.
Dopo aver elogiato la zappa, il signore ne fissò il destino,
e dopo averla cinta di una corona verdeggiante, egli porta la zappa in Uzu'ea.
Depone la <<forma>> dell'umanità nella fessura
20 e mentre il suo paese davanti a lui germoglia come erba dalla terra,
Enlil li guarda benevolmente i suoi sumeri.
Gli dèi Anunna si dispongono davanti a lui
e alzano le loro mani portandole (in gesto di preghiera) alla bocca,
essi rivolgono preghiere ad Enlil,
25 e consentono al suo popolo sumerico di prendere in mano la zappa>>.
fonte:Mitologia Sumera, Giovanni Pettinato, Unione Tipografica-Editrice Torinese (UTET)
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