sabato 27 giugno 2015

MITOLOGIA INCA, IL DIO VISIBILE E QUELLO INVISIBILE



Stando a quanto ha scritto Garcilaso de la Vega nei suoi resoconti, la cultura e la mitologia inca ebbero inizio con il primo sovrano Manco Càpac. La venuta di quest'ultimo e lo sviluppo della cultura inca divise nettamente la storia del Perù in due periodi, definiti prima e seconda età. Manco Càpac persuase gli indiani ad abbandonare i vecchi culti, spingendoli ad adorare Inti, il Sole. Il sovrano mostrò agli indiani gli innumerevoli benefici che ogni giorno ricevevano dal Sole loro padre, distogliendoli dall'adorazione di piante o animali, come il rospo o la lucertola, dai quali non ricavavano alcun beneficio.
Presto molti uomini legati ai culti della prima età si resero conto che gli animali e le piante che tenevano per dei dipendevano in realtà dal Sole, che con la sua energia li nutriva e li faceva crescere. Ci tengo a sottolineare che durante il mio viaggio in Perù ho avuto modo di ascoltare molte leggende su Manco Càpac e sua sorella Mama Ocllo, alcune persone raccontavano le storie riferendosi a loro come personaggi storici reali, mentre altre lo facevano parlando di figure mitologiche.

L'idolatria non fu certo l'unico cambiamento, infatti Manco Càpac fu a tutti gli effetti un civilizzatore che insegnò agli uomini del primo tempo le arti necessarie al sostentamento. Istruì gli indiani su come coltivare e su come allevare il bestiame, inoltre insegno' loro a costruire case e templi in cui adorare il Sole loro padre.
Tempio dedicato al Sole a Machu picchu e il suo orientamento astronomico.
Sua sorella e moglie Mama Ocllo invece, insegnò alle donne a filare, a tessere e a crescere i figli. Manco Càpac istruì poi gli uomini del primo tempo riguardo le leggi, dandogli precisi ordinamenti e precetti morali. Questi furono indispensabili per regolare la convivenza dei vassalli e favorire lo sviluppo di una società organizzata. Questi ordinamenti provenivano direttamente dal Sole, in tal modo contravvenendoli si compiva un atto blasfemo nei suoi confronti. A tal proposito voglio far notare un'eccezionale congruenza che esiste con la tradizione mesopotamica, in particolare con una delle primissime tavole delle leggi a noi pervenuta, il codice di Hammurabi.

Come ho scritto nell'articolo IL CODICE DI HAMMURABI, LA LEGGE (NON) E' UGUALE PER TUTTI, il sovrano babilonese sottolineò l'origine divina delle leggi facendo rappresentare sopra la stele degli ordinamenti il dio solare Shamah nell'atto di porgere le leggi al Re. Tra i popoli della mezzaluna fertile, come nel fiorente impero inca in Perù, venne evidenziata l'origine divina delle leggi, questo aspetto garantiva un maggior rispetto degli ordinamenti dato che le persone avevano un profondo rispetto per gli dei e temevano la loro collera. Tra le molte divinità babilonesi fu al Sole Shamash che spettò il compito di regolamentare la vita degli uomini, cosi' come il Sole Inti fece per il popolo inca. Chiaramente potrebbe trattarsi soltanto di una coincidenza ma nelle nostre considerazioni dobbiamo anche tener conto del fatto che questa non è certo l'unica congruenza che  esiste tra le civiltà del medio oriente e quelle delle Americhe.


Oltre al Sole gli inca adoravano Pachacàmac.  Questo nome è composto dalla parola Pacha, che significa mondo o universo e dal verbo cama che vuol dire animare, dunque Pachacàmac è colui che da vita all'universo, il creatore di ogni cosa. Esiste una grande differenza tra questa divinità e quella solare descritta in precedenza, se da un lato il dio Inti (il sole) attraversa il cielo ed è visibile a tutti gli uomini, dall'altro Pachacàmac è un dio invisibile. Alla domanda, chi fosse Pachacàmac, gli inca rispondevano che non lo sapevano, perché non lo avevano mai visto. In onore del Sole Inti costruivano templi, svolgevano cerimonie e offrivano sacrifici, mentre per Pachacàmac non facevano lo stesso in quanto questo dio non si era mai mostrato, ma in cuor loro lo veneravano ancor più del Sole in quanto era stato lui a crearlo, così come ogni altra cosa dell'universo. Era tanto il rispetto reverenziale nei confronti di Pachacàmac che gli inca non pronunciavano mai il suo nome e se erano costretti a farlo lo facevano accompagnandolo con ostentazioni e segni di grande rispetto.
Quando gli spagnoli arrivarono in Perù, riconobbero in Pachacàmac il Signore delle sacre scritture, ragion per cui considerarono gli inca un popolo pronto per essere convertito. Secondo gli spagnoli gli inca erano già stati illuminati riguardo l'esistenza di Dio a differenza dei molti gruppi definiti "barbari" che vivevano all'interno delle terre inca in quanto sottomessi durante l'espansione dell'impero. Secondo Garcilaso de la Vega gli inca non ebbero altri dei all'infuori di Inti e Pachacàmac, il visibile e l'invisibile. Abitualmente vengono attribuiti agli inca molti altri dei, secondo Garcilaso questo avviene perché i primi spagnoli giunti in Perù non seppero distinguere le idolatri del primo tempo da quelle del secondo iniziato con la cultura inca. Garcilaso nella sua opera più famosa, I commentari reali degli inca spiegò che il regno inca era molto vasto e durante l'espansione erano stati sottomessi molti popoli che seguivano ancora i vecchi culti. Questi culti vennero erroneamente attribuiti agli inca, mentre in realtà si trattava delle idolatrie degli indiani assoggettati dagli inca. L'opinione di Garcilaso de la Vega è particolarmente autorevole in quanto fu figlio di un conquistatore della seconda ondata e di una peruviana di origine reale inca. Nacque pochi anni dopo la conquista guidata da Francisco Pizarro e durante la sua giovinezza fu istruito da sua madre e dai suoi parenti riguardo la cultura degli inca. Un'altro malinteso nacque dal fatto che gli inca avevano molte Huaca. Questo è un termine quechua con cui gli inca definivano luoghi, oggetti o esseri animati ritenuti sacri. Alcune huaca furono scambiati per divinità in quanto spesso a loro venivano donate delle offerte e sacrifici. In realtà l'offerta era dedicata alla manifestazione di dio attraverso la huaca.
Esiste anche una terza divinità apparsa improvvisamente, la cui origine è un po' confusa e che sto ancora cercando di delineare, si tratta di Viracocha, di cui parlero' prossimamente. In conclusione tornando a Pachacàmac e Inti voglio sottolineare il fatto che questa idolatria non era poi cosi' lontana dalla fede cristiana. nel cristianesimo avviene più o meno lo stesso, dove cristo è il dio visibile che si è mostrato agli uomini, cosi' come Inti il Sole (in più sulla relazione che esiste tra cristo e il sole ci sarebbe molto altro da dire), invece il Signore, creatore dei cieli e della terra è il dio invisibile, come Pachacàmac. Anche nella fede cristiana non si costruiscono chiese dedicate al Signore ma in cuor loro le persone ne fanno oggetto di grande venerazione. Oltre a questo la religione cristiana ha molti santi, mentre gli inca avevano molti Huaca da venerare, non è la stessa cosa ma sicuramente si possono individuare diversi aspetti in comune. 


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fonte: Commentari reali degli inca, ed. Bompiani


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