venerdì 19 dicembre 2014

I GRANDI MISTERI DEL SERAPEUM DI SAQQARA.


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Spazi di manovra molto limitati per il trasporto dei
sarcofagi nelle nicchie, ancor piu' stretti sono
alcuni corridoi come testimonia la foto a fondo pagina.
Il Serapeo si trova a Saqqara nelle vicinanze dell'antica città di Menfi, Fu scoperto dal famoso egittologo francese Auguste-Édouard Mariette nel 1850. Quando Mariette fece saltare con l'esplosivo la roccia che sigillava l'ingresso, davanti ai suoi occhi apparvero strette gallerie che conducevano a 24 nicchie laterali e in ognuna di esse era contenuto un sarcofago di dimensioni spropositate. Ogni sarcofago, ricavato da blocchi unici di granito di Assuan misura approssimativamente 4 m di lunghezza, 2,30 m di larghezza e 3,30 m di altezza e pesa circa 100 tonnellate.
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Secondo le indagine condotte le sepolture più antiche appartengono al periodo di Amenhotep III, faraone della 18°dinastia (anche se questo è fonte di dibattito) e a quanto pare servivano per contenere i corpi mummificati dei Tori Apis. Ma Mariette dovette constatare con suo grande stupore che i coperchi dei sarcofagi erano stati spostati e che il contenuto dei sarcofagi era stato saccheggiato, compresi gli eventuali Tori mummificati. Rimaneva soltanto una strana poltiglia bitumino non meglio specificata. Gli appunti di Mariette sono andati perduti ed è impossibile avere maggiori dettagli riguardanti la scoperta. Due anni più tardi ulteriori scavi hanno individuato altre sezioni del complesso, piccole nicchie risalenti al periodo di Ramses II (19° dinastia) che contenevano piccoli sarcofagi di legno con all'interno i corpi dei Tori Apis mummificati in posizione seduta, come la Sfinge.


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Per gli antichi Egizi il toro Apis rappresentava l'incarnazione del dio Ptah, e più tardi di Osiride. La ricerca e la scelta del Toro che doveva rappresentare la manifestazione fisica del Dio non era lasciata al caso, il toro doveva essere nero con la pancia bianca, doveva avere una macchia triangolare bianca sulla fronte, una macchia che assomigliasse ad un'aquila con le ali spiegate sul dorso, una falce di luna su un lato, un macchia a forma di scarabeo sotto la lingua e una folta coda.

Chiaramente non era facile trovare un toro con simili caratteristiche così i sacerdoti perlustravano tutti i villaggi e quando lo trovavano lo conducevano a Menfi lungo il corso del Nilo con un'imbarcazione cerimoniale e lo festeggiato per sette giorni. I tori considerati incarnazione divina vivevano accuditi da una casta sacerdotale prescelta e venivano adorati dalla popolazione come un Dio. Dopo la morte per loro veniva disposta l'imbalsamazione come per i faraoni.
 I sarcofagi sono stati perfettamente
levigati e gli angoli sono di 90°
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I sarcofagi dei tori sono la prova che gli egizi potevano contare su una tecnologia superiore a quella che la storiografia ufficiale gli assegna. Solo con sorprendenti soluzioni tecniche tutt'oggi ignote sarebbe stato possibile trasportare questi enormi pesi sottoterra, all'interno di stretti cunicoli, dove soltanto un numero ristretto di uomini poteva operare. Sono realizzati con granito di Assuan che dista 1000km da Saqqara. Immaginatevi l'immensità del lavoro svolto, a Saqqara venivano scavati chilometri di tunnel nel sottosuolo con nicchie laterali mentre ad Assuan squadre di operai altamente specializzati tagliavano enormi blocchi dalla roccia (non sappiamo come e con quali strumenti) il granito più duro d'Egitto scavandolo all'interno in modo da ricreare la tipica forma a contenitore di un sarcofago. Successivamente questi enormi pesi venivano trasportati lungo il Nilo per 1000 km, superando lungo il tragitto anche 3 rapide (oggi in corrispondenza di quelle rapide ci sono chiuse per la navigazione). Una volta giunti a Saqqara i sarcofagi venivano levigati, creando superfici perfettamente piane e angoli di 90° senza ammettere il minimo margine d'errore, compreso il coperchi che grazie ad un'elevata precisione garantiva una chiusura ermetica del sarcofago.
Un'enorme sarcofago lasciato a metà strada di un corridoio
rende l'idea di quanto fossero ridotti i margini di manovra 
rimane un mistero il modo in cui riuscivano a spostarli
E' dopo tutte queste operazioni che arrivava la parte difficile del lavoro perché i sarcofagi dovevano essere trasportati all'interno dei cunicoli scavati nel sottosuolo di Saqqara e depositati all'interno delle nicchie laterali predisposte. Anche ipotizzando un'elevata disponibilità di manodopera come effettivamente succedeva è evidente che lo spazio di manovra all'interno nei tunnel e delle nicchi laterali era molto ridotto e non c'era spazio per tanti uomini durante le operazioni necessarie al posizionamento dei sarcofagi. 100 tonnellate sono veramente molte (1.000kg x100=100.000Kg), anche le gru moderne sarebbero in difficoltà. Quindi mi chiedo davvero come abbiano fatto gli antichi a compiere un simile lavoro.






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In caso di consenso deve essere indicata chiaramente la fonte:http://civiltaanticheantichimisteri.blogspot.it/2014/12/i-grandi-misteri-del-serapeum-di-saqqara.html





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