La sfinge è stata scolpita su un'unico sperone di roccia calcarea nella necropoli di Giza. Siccome non sono stati trovati documenti che ne attestino la paternità, l'attribuzione si basa quasi unicamente sul riconoscimento del volto.
L'identificazione del volto però desta molti dubbi. Inizialmente era stato attribuito a Chefren, sovrano della IV dinastia egizia (2560 a.C. – 2540 a.C.), in quanto con la sovrapposizione del volto della Sfinge con quello della statua del faraone la somiglianza era evidente. Successivamente però questo risultato è stato confutato dalla ricostruzione facciale del detective Frank Domingo della polizia di New York. Secondo recenti studi la statua rappresenterebbe invece Cheope, secondo sovrano della IV dinastia (2595 a.C. – 2570 a.C.). In conclusione dopo numerose ricerche non c’è ancora un accordo unanime riguardo la paternità dell'enigmatica statua.
L'identificazione del volto però desta molti dubbi. Inizialmente era stato attribuito a Chefren, sovrano della IV dinastia egizia (2560 a.C. – 2540 a.C.), in quanto con la sovrapposizione del volto della Sfinge con quello della statua del faraone la somiglianza era evidente. Successivamente però questo risultato è stato confutato dalla ricostruzione facciale del detective Frank Domingo della polizia di New York. Secondo recenti studi la statua rappresenterebbe invece Cheope, secondo sovrano della IV dinastia (2595 a.C. – 2570 a.C.). In conclusione dopo numerose ricerche non c’è ancora un accordo unanime riguardo la paternità dell'enigmatica statua.
Jonh Antony West |
Anche se l’archeologia ufficiale continua ad attribuire il volto della Sfinge a Chefren, esiste un nutrito gruppo di ricercatori indipendenti, che avvalendosi di una non trascurabile quantità di indizi, sostengono che la statua sia molto più antica della IV dinastia, addirittura più antica della civiltà egizia.
Uno di questi ricercatori è Jonh Antony West, un autore americano nato a New York nel 1932, che si fece notare con la sua pubblicazione "Serpent in the sky" del 1993. Il suo testo consiste in un'analisi del lavoro svolto dall'egittologo indipendente René Schwallwer de Lubicz che nel 1950 asserì che le Sfinge e le pareti del recinto che la contengono mostrano traccie di erosione dovute allo scorrere dell'acqua e che dunque la grande Sfinge doveva essere stata scolpita in un periodo storico in cui in Egitto erano abbondanti le precipitazioni piovose.
Ronert M. Schoch |
West portò avanti queste ricerche, ma per avvalorarle aveva bisogno di un sostegno accademico, così si rivolse al Prof. Robert M. Schoch, un geologo stratigrafo e paleontologo dell'Università di Boston. Schoch inizialmente si dimostrò scettico e riluttante ad esaminare l'argomento, ma dopo aver visionato il materiale che West gli aveva portato, accettò di recarsi al Cairo con il ricercatore newyorchese per vedere da vicino la Sfinge. Nel 1990 Robert M. Schoch era titolare di una cattedra all'Università di Boston e aveva pubblicato già quattro libri. West era consapevole che le conclusioni del professore di Boston sull'esame delle erosioni presenti sul corpo della Sfinge e sulle pareti del recinto sarebbero state decisive per il futuro della sua teoria. Nel caso in cui Schoch si fosse pronunciato a sfavore della sua teoria l'avrebbe definitivamente demolita mentre un riscontro positivo l'avrebbe alzata a tutt'altri livelli di attenzione. Il Prof. Schoch studiò attentamente il sito archeologico e concluse che le tracce ondulate sulle pareti non sono coerenti con un'erosione provocata dal vento e dalla sabbia come sostengono gli Egittologi e che soltanto l'acqua caduta dall'alto avrebbe potuto provocare quel tipo di erosione. Secondo Schoch questo sperone di roccia fu scavata in un passato lontano, quando il clima del territorio era umido. Fu l'inizio della famosa teoria conosciuta come "Sphinx water erosion hypothesis", che ebbe un notevole impatto sull'oppinione pubblica e su tanti ricercatori, mentre rimase inaccettabile dagli egittologi tradizionali che si rifiutarono persino di prenderla in considerazione.
Nonostante il mancato appoggio dell'egittologia col passare degli anni la teoria dell'erosione provocata dall'acqua è stata indagata a fondo e ulteriori indizi sembrano avvalorare le conclusioni di West e del Prof. Schoch .
Una considerazione importante riguarda il fatto che la Sfinge è stata costruita sotto il livello del terreno della piana di Giza. Come mai la Sfinge fu scolpita sotto il livello del terreno circostante quando è evidente che questa scelta avrebbe comportato un'inevitabile quanto veloce insabbiamento della statua? I venti del deserto muovono enormi quantità di sabbia e scavare una fossa con una statua dentro non sembra essere una soluzione molto ingegnosa dato che la sabbia si sarebbe velocemente accumulata dentro alla vasca coprendo i risultati di tanti sforzi. Possibile che i costruttori non conoscessero l'ambiente in cui vivevano? Fatti storici documentati confermano che la Sfinge è rimasta coperta dalla sabbia per gran parte della sua vita.
la stele del sogno rinvenuta tra le zampe della Sfinge |
l'egittologo francese Gaston Maspero |
Effettivamente durante gli scavi al monumento furono rinvenuti numerosi blocchi di pietra aggiunti al corpo, che furono datati all’epoca dell’Antico Regno.
Ricordiamo che la storiografia indica Chefren come costruttore della Sfinge. Considerando il fatto che l'antico regno va dal 2700 a.C. al 2192 a.C. e che Chefren ha vissuto nel 2500 a.C., viene da chiedersi come è possibile che la Sfinge abbia avuto bisogno di riparazioni cosi' pochi anni dopo la sua costruzione. Ha forse ragione Maspero nel sostenere che Chefren si è limitato a liberare dalla sabbia e a restaurare una statua costruita in tempi più remoti? Inoltre stando alle date che la storiografia ufficiale ci fornisce viene da chiedersi come è possibile che i segni di erosione sulla Sfinge e sulle pareti della vasca che la contiene siano così profondi se per la maggior parte della sua lunga vita il tutto è rimasto coperto dalle sabbie del deserto e al riparo dagli agenti atmosferici.
Robert Schoch ipotizza che quando la Sfinge fu costruita il territorio circostante era verdeggiante e le precipitazioni erano abbondanti, in un periodo sicuramente precedente al 6000. a.C..
La posizione ufficiale degli egittologi è ovviamente contraria, in loro favore si è schierato James A. Harrell, dell'Università di Toledo in Ohio il quale pur ammettendo che l'erosione della Sfinge poteva essere causata dall'acqua piovana, era molto più probabile che a causarla fosse stata la sabbia bagnata che la copriva per via delle tracimazioni del Nilo durante l'Antico Regno. Oltre a questo gli egittologi, capeggiati da Zahi Hawas, sovraintendente della piana di Giza, sono dell'idea che la qualità della roccia nella quale è stata scolpita la Sfinge sia talmente scadete che il degrado iniziò immediatamente e che furono necessarie riparazioni ancor prima che la statua fosse completata. Oltre questo va detto che negli anni ottanta numerosi egittologi e geologi, tra cui soprattutto K. Lal Gauri, Mark Lehner e Z. Hassan, hanno studiato il monumento concludendo che il deterioramento del corpo è stato causato dal fenomeno di condensa notturna: l'acqua assorbita per azione capillare al mattino con l'aumentare della temperatura evapora, questo processo provoca la cristallizzazione dei sali contenuti nell'acqua all'interno delle porosità della roccia e l’erosione in seguito all’espansione dei cristalli. Secondo loro questo fenomeno è ancora attivo e può avvenire anche sotto molti strati di sabbia. Gli egittologi sostengono che è questo il motivo per cui l'erosione della Sfinge è continuata nonostante fosse ricoperta dalla sabbia per la maggior parte della sua esistenza.
Zahi Hawas, Sovraintendente della piana di El-Giza |
Giudicate voi se è più plausibile questa spiegazione oppure accettare il fatto che la Sfinge sia più antica di quanto si era pensato fino ad oggi. Questa disputa è una partita senza fine, da una parte i rinnovatori criticano alla comunità accademica il fatto di fare innumerevoli salti mortali pur di rimanere aggrappata ai vecchi dogmi, dall'altra gli egittologi si irritano per la presenza di archeologi improvvisati che saltano troppo in fretta a conclusioni irragionevoli.
Stranamente la testa che è la parte più esposta agli agenti atmosferici è anche la meglio conservata. Gli egittologi con l'aiuto di geologi hanno determinato che la qualità della roccia negli strati che compongono la testa è migliore di quella presente nel corpo. Questo probabilmente è vero ma c'è anche un'altra spiegazione. I ricercatori alternativi fecero notare l'evidente sproporzione che esiste tra la testa e il corpo della statua. La testa è molto più piccola del corpo. Per rispettare le proporzioni sarebbe dovuta essere grande quasi il doppio. Come mai la testa è così piccola? E' strano che un regnate abbia deciso di sminuire la sua immagine anzi che esaltarla..non trovate?
le sproporzioni tra i corpo e la testa della statua hanno portato i ricercatori ad ipotizzare che il volto del faraone fu scolpito sopra la testa leonina originale |
E' possibile che la statua nella sua forma originale abbia avuto una testa di leone e che fosse presente sul territorio egizio già dal periodo postglaciale. Non è sbagliato ipotizzare che Chefren ( o Cheope) sia stato soltanto un restauratore che abbia fatto scolpire il suo volto al posto della testa leonina. Questo spiegherebbe perfettamente perché la testa è cosi' piccola rispetto al corpo e meglio conservata.
Graham Hamcock |
Configurazione astronomica durante un'equinozio nel 10.500 a.C: |
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Fonti:
"Custode della genesi" di Robert Bauval, Graham Hancock
“Da Atlantide alla Sfinge” di Colin Wilson
http://www.acam.it/leta-della-sfinge/
http://it.wikipedia.org/wiki/Gaston_Maspero
http://www.antiquityofman.com/harrell.html
Libri consigliati:
L'enigma della Sfinge e del messaggio sulle origini della civiltà
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